sabato, luglio 28, 2007

Sergio Cammariere, "E mi troverai"...


"Le sento passeggiare nel cuore silenziose
come le rose le rime fioriscono in te...
Mi son detto un poeta non scrive soltanto per sé
c'è qualcosa che arriva di notte e poi spinge l'inchiostro
puoi trovare un senso nascosto
una porta che si apre al confine tra sogno e realtà
Ma il futuro è già in viaggio incurante del nostro rumore
orizzonti crollati negli occhi di chi guarderà
quella luna su quel mare lontano
dove i sogni ora attendono chi liberarli potrà.
E mi troverai, se vorrai sai dove cercarmi
e mi troverai nell'azzurro al tramonto sui campi
e mi troverai dentro di te...
E ho messo le parole ad asciugare al sole
come se il vento potesse portarle da te,
ora che
comincia a farmi male la nostalgia che ho
per quello che ora rivivere non è possibile
e non dirmi poi che sarebbe lo stesso
c’è qualcosa di te che oramai è già parte di me...
E mi troverai,
se vorrai sai dove cercarmi
finché un giorno poi capirai che le cose che cerchi
le hai lasciate qua dentro di me...
Le sento passeggiare nel cuore silenziose
come le rose le rime fioriscono in te,
ora che
ho messo le parole ad asciugare al sole
come se il vento potesse portarle
da te..."

Sergio Cammariere, in "Il Pane, Il Vino E La Visione" (2006)

Allora, il caldo mi incentiva parecchio la schizofrenia... passo da momenti in cui sono amorfa, ma pure un po' frollata, a momenti di coccolìte e dolciume congenito, e i momenti del primo tipo si focalizzano su Littizzettiti e consimili vari, o in chiacchiere in msn con un neoamico troppo ridicolo a scambiarci link su youtube a suon di risate comiche .. ;-D, i momenti dolciosi invece si concentrano nella mia vena letteraria da strapazzo, libri, poesie, arte, musica, soprattutto musica sempre e comunque... E allora tergiversiamo un po' insieme con questo testo di Cammariere, che secondo me è un poeta fatto e finito, questa canzone dalla prima volta che l'ho sentita, ormai quasi un annetto fa mi sa, mi ha veramente conquistata con delle parole talmente belle, delle immagini davvero suggestive, tra le più semplici nella loro bellezza e dolcezza, sussurrate lentamente che mi viene il pelo canino come lo chiama la Fra (la pelle d'oca) e il lacrimino da insitamente sentimentalona quale alla fin fine sono e parte il viaggio mentale e chi lo ferma più...
Mi dispiace solo che radioblog non ha una versione di questa canzone, come al solito, e su youtube ce n'è solo una versione live che non rende per niente, perchè in uno studio televisivo è ben difficile ricreare l'atmosfera giusta per una canzone da piano e orchestra, ma ascoltare la versione registrata in
studio con le cuffie al volume giusto e la luna quasi piena dalla finestra di queste sere, è molto suggestivo e fa bene all'anima... e qui poi non si parla di cibo poi?! C'è il cibo della panza e il cibo dell'anima... Quindi va a finire che non siam neanche più di tanto off topic!

^-^

martedì, luglio 24, 2007

L'attacco di piadinìte


"...Togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace...",
ma soprattutto, come ricordava anche la Ietti,
in questi giorni ci sta proprio,
il "potrei ma non voglio fidarmi di te", ben diverso dal "vorrei ma non posso..."
Samuele Bersani, "Giudizi Universali" (1997), si parla di piadine, lui è il mio emiliano preferito

In questi giorni non è che non cucino, però il coraggio di accendere il forno manca... allora ho sedato gli animi delle povere coinqui reclamanti un dolce facendo 3 salami dolci in un colpo solo, ma di quello vi ho già parlato, e sperimentiamo ogni sorta di pasta collettiva con sughini improvvisati, solitamente verdurosi, oppure un paio di volte alla settimana impasto la pizza, ma solo quando ceniamo particolarmente tardi e quindi con temperature un po' più dignitose...

L'altra sera non avevo il coraggio di fare manco quello, quindi mi son detta... perchè non la risolviamo con una bella piadinata collettiva e tagliam la testa al toro?! E così fu... il risultato dell'improvvisazione repentina è stato più che soddisfacente per essere un tentativo, ma c'è ampio margine di miglioramento, soprattutto perchè per mantenere il tutto sul leggerino ho usato solo pochissimo olio, quindi niente strutto che è ciò che dà il saporino godurioso alla piadàina.
Insomma più che bene per una cenetta-spuntino estiva, tra una chiacchiera e l'altra!

Per circa 6 piadine di medie dimensioni, mediamente leggere:
(aridàje con il sempiterno barattolino vuoto di yogurt da 125 ml...
quello sarà fino a contrordine da bilancia nuova...sigh)
3 barattolini di farina 00
1 barattolino di farina 0
1 cucchiaino scarso di bicarbonato di sodio
2 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino abbondante di sale
1 1/2 barattolino di acqua tiepida
Per farcire:
melanzane a fettine sottili grigliate
scamorza freschissima
menta
oppure:
pomodori per insalata tagliati sottili
mozzarelline fresche tagliate sottili
origano
Facoltativo: qualche foglia di insalata

Setacciare le farine in una ciotola e formare la solita fontana. Riscaldare leggermente un po' d'acqua (per me è stato sufficiente 1 1/2 barattolini di acqua). Versare nel centro della "fontana", unire il sale, l'olio evo, e, aiutandosi inizialmente con un cucchiaio di legno e poi con le proprie manine, mescolare velocemente fino a formare un impasto omogeneo e abbastanza morbido da lavorare.
Mettere la piastra sui fornelli (io ho utilizzato una bistecchiera antiaderente liscia factotum che abbiamo... se poi avete l'attrezzino apposito, tanto meglio, ma non è necessario... ci si può arrangiare alla meglio). Nel frattempo dividere l'impasto in 6 parti, che saranno grandi circa come un uovo, e cominciare a stenderle il più sottili possibili!
Io ho fatto tutto alla sveltissima e non mi son nemmeno degnata di dar loro una forma dignitosa di piadina, ma in quattro e quattro otto ho combinato delle forme poco consone... ma l'importante è il magnorum, o sbaglio?!? Poi se uno ci si mette, e voi dai che lo so che siete personcine a modo, si può dare la classica forma rotonda, ma.... Antò, faceva CAAAARDO, e c'avevo pure fame...
Poi quando la piastra si sarà riscaldata per benino, cominciare a cuocere le piadine, diciamo per 2-3 minuti per ciascun lato, finchè avete impasto, consederate che con queste dosi a me son venute 6 piadine, che hanno sfamato 4 persone, e ne è pure avanzata mezza.
Cotte le piadine, preparare il ripieno tagliando la mozzarella e la scamorza fresca a pezzettini molto sottili, come anche i pomodori e le melanzane, che dovrete in questo caso passare a grigliare per qualche minuto prima di farcire.
Ripassare quindi le piadine farcite sulla piastra una alla volta, in modo che la mozzarella in un caso e la scamorza nell'altro, si sciolgano un pochino, piegare e servire belle caldine...
E buon appetito cari! Che avrete combinato in pochissimo tempo una cenetta abbastanza leggera, senza collassare troppo dal caldo... ussignùr.

venerdì, luglio 20, 2007

Sempre del bel donnino di "Meglio cambiare, NèH??!"...

Immagine di Pietro Zazzetta, "Coppia"


Non esistono uomini perfetti. Per noi.

Ma ritorniamo alle questioni di cuore.
Siete pronti per un altra grande verità?
Bene.
Non esistono uomini perfetti.
Esistono uomini perfetti per noi.
E questo vale anche per le donne.
E' come se fossimo pezzi di un puzzle.
Se ci abbiamo una gobbetta a destra,
una gobbona a sinistra e la punta in alto,
dobbiamo trovare l'incastro con un pezzo con la gobbetta a sinistra,
possibilmente senza gobbone e magari con la punta in basso.
Facile?
Per niente.
Bisogna fare un sacco di prove.
É raro trovare al primo colpo il pezzo giusto.
Qualcuna ci riesce.
La maggior parte fa finta.
Altre ancora provano e riprovano.
Sarà che hanno un difetto di fabbricazione
oppure non si accorgono che il pezzo di puzzle che cercano da anni sta
lì,
a due centimetri dal loro naso,
nascosto dal pizzo del centrino.
Inutile farsene una colpa.
Quello che abbiamo lasciato tra pianto e strider di denti non era un cretino,
egoista,
lurido scarafaggio.
Magari a ben guardare lo era anche.
Ma prima di tutto era un boy che non andava bene per noi.
Ci abbiamo provato.
Si ricomincia.
Palla al centro.
Vogliamo mica strapparci i capelli a ciuffi come Clitennestra al culmine della tragedia?
Va be' che adesso vanno di moda le estencion,
ma francamente non mi sembra il caso.
E comunque tutto questo sperimentare
non è mica così faticoso come picconare il carbone in miniera.
Ha i suoi bei lati positivi.
Si conosce gente,
si passa il tempo,
ci si trita il cuore e ci si rompe le corna.
Ma si va avanti.
E si vive,
porca miseria.
Io li detesto quelli che hanno così paura della vita che campano
criticando quello che fanno gli altri,
stando immobili come pezzi di dolomite.
Neanche di iceberg,
perché quello ogni tanto per via delle correnti si muove.
Non so se vi è mai capitato.
Sono coppie dall'amore decrepito che passano il loro inutile tempo sparlando.
Non vedono l'ora che qualcosa agli altri vada storto,
almeno hanno argomenti.
No, grazie.
Preferite vivere.
E se sbagliate,
consolatevi.
Sta scritto che
«ogni nuova fede nasce da un'eresia».

Tratto da Luciana Littizzetto, "Sola come un gambo di sedano", Mondadori, 2001

giovedì, luglio 19, 2007

Benigni in piazza a leggere Dante... !

Il caldo mi rallenta la voglia di cucinare, la fame (a parte l'urgenza di cioccolato!), la verve e pure i post più del solito!
Calùùùùùùùùr, immenso calùr.
Allora: 1) Virgilio è di Mantova;
2) la prima volta che Benigni ha recitato la Divina Commedia, circa venti anni fa, era nella mia facoltà;
3) il Babbo Monte (dei Paschi) per una volta ha offerto per tutti... quindi gratis invece che 45 euri e passa delle altre città (infatti mai vista così tanta gente a Siena, manco per il Palio, che è tutto dire!),
-> ERGO:
... Domenica scorsa sono stata in Piazza del Campo a vedere Roberto Benigni, non potevo perdermi un'occasione del genere: un omino che unisce comicità e poesia.
Io ho fatto solamente delle foto, ve ne spiaccico qualcuna, ero sotto al palco e troppo estasiata per mettermi a fare dei video, ma oggi ne hanno pubblicati un paio di Siena su youtube, mica vi crediate abbia parlato solo di Dante e del quinto canto dell'Inferno, ce n'era per tutti, politica in primis (e si è concentrato su Casini il che mi pareva strano, poi il giorno dopo ho scoperto che Casini era nel pubblico! Matupppènza...), poi amore, amicizia, bene e male... insomma quello che avevo bisogno e voglia di sentire dopo una mattina con stato d'animo burrascoso:



Poscia ch’io ebbi ’l mio dottore udito
nomar le donne antiche e ’ cavalieri,
pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.
I’ cominciai: "Poeta, volontieri
parlerei a quei due che ’nsieme vanno,
e paion sì al vento esser leggeri".
Ed elli a me: "Vedrai quando saranno
più presso a noi; e tu allor li priega
per quello amor che i mena, ed ei verranno".
Sì tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: "O anime affannate,
venite a noi parlar, s’altri nol niega!".
Quali colombe dal disio chiamate
con l’ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l’aere, dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov’ è Dido,
a noi venendo per l’aere maligno,
sì forte fu l’affettüoso grido.
"O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l’aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l’universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c’hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
mentre che ’l vento, come fa, ci tace.
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ’l Po discende
per aver pace co’ seguaci sui.

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,

prese costui de la bella persona

che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.

Caina attende chi a vita ci spense".
Queste parole da lor ci fuor porte.
Quand’ io intesi quell’ anime offense,
china’ il viso, e tanto il tenni basso,
fin che ’l poeta mi disse: "Che pense?".
Quando rispuosi, cominciai: "Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!".
Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai: "Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?".
E quella a me: "Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore.
Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante".
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangëa; sì che di pietade
io venni men così com’ io morisse.
E caddi come corpo morto cade.

- Tratto dal 5° canto della Divina Commedia di Dante, nell'Inferno,

il canto di Paolo e Francesca -

martedì, luglio 17, 2007

Meme 4x4

Ubriaca di caldo, rispondo all'istante al richiamo mica della giungla, magari, ma della Ietti, per un memeino veloce-veloce...

4 dei miei cibi preferiti
1. Cioccolato! Non si fosse capito… soprattutto se con nocciole o direttamente gianduia
2. Lasagne di mia nonna Fènchy
3. torta delle rose sempre della Fènchy
4. pizza con mozzarella di bufala e pomodorini, sottile e croccantina e, in tema, lo devo aggiungere, il ciaccino salvaparanoia di Siena, magari della pizzeria all’angolo


4 cibi che non mangerei mai e poi mai
1. melone
2. insalata
3. cetrioli
4. coniglio
5. molluschi un po’ tutti e tanti altri, sono problematica con le consistenze, come la Tulip…


4 cose che faccio quando navigo su internet
1. leggo le mail e rispondo, se mi ricordo
2. scrivo sul blog
3. passo secoli su songmeanings/lyricsmania, youtube, wikipedia, ibs
4. leggo i miei blog preferiti e magari ne scopro qualcuno nuovo


4 impieghi che ho svolto nella vita

1. barista
2. commessa e addetta libri di testo per una libreria e per una coop, varie ed eventuali volte
3. dare lezioni di inglese e (ussignùr) matematica
4. tutor di lingue, rappresentante degli studenti di lingue
5. lavoro per l’ufficio disabili dell’università


4 films che potrei rivedere almeno altre 4 volte
1. “the hours” di Stephen Daldry
2. “La spada nella roccia”, il cartone, vale?
3. “Water” di Deepa Mehta
4. “il favoloso mondo di Amelie”


4 trasmissioni o serial TV che guardo
1. Quark, Ulisse, qualsiasi in formato documentario
2. telefilm: Grey’s anatomy, Lolle, e sìsìsì quando li mandano qualsiasi cosa scatafasciosa tipo Dawson’s creek, Felicity, o in altro senso Ally McBeal, mi manca un sacco
3. a pranzo ci cucchiamo sfottendo tutte le soap del caso
4. di solito qualsiasi telefilm abbia a che fare vagamente con medicina o biologia (da piccola a forza di Quark volevo fare la biologa o l’archeologa… mica son cambiata poi tanto)


4 posti in cui vorrei essere in questo momento
1. a casa a coccolare/farmi coccolare la mia cuginina 2enne Alessandra magari a pranzo dalla nonna Fènchy possibilmente ispirata per la sua nipotina devota (io) ^-^
2. nella piscina, proprio dentro, della mia migliore amica spersa tra i campi della padania
afosa
3. alle terme
4. in qualsiasi parte del mondo, in viaggio… magari il posto potrebbe essere: il corpo di Licia Colò, così viaggio a scrocco e bònanotte ^-^ . Ah, oggi pomeriggio poi soprattutto India


4 persone che mi farebbe piacere rispondessero a questo meme
Ma 4 che non siano in vacanza spersi chissà dove non me ne vengono… quegli altri l’han già fatto mi sa! La Dolcetta dice c'ha gli arretrati... mmmhm, Saretta, tu sei già stata agganciata??

domenica, luglio 15, 2007

"Considero valore"



Considero valore
- Erri de luca -

Considero valore ogni forma di vita,
la neve,
la fragola,
la mosca.
Considero valore il regno minerale,
l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto,
un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato,
due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo,
accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato,
qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare
e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

- Opera sull’acqua e altre poesie, Einaudi (2002) -


Credo che nella vita ci si dovrebbe impegnare per conoscerne se non tutti, almeno qualcuno di questi valori.
Poi mi fermo un attimo a pensare, leggo un giornale o accendo un secondo la tv e in un attimo capisco che spesso la parola valore non è poi così scontata.
Dopo quell'attimo quasi mi sembra un concetto assolutamente fantascientifico, lontano dalla realtà quotidiana di davvero troppe persone.
Non capisco come si possa scavalcare il valore VITA di un'altra persona.
Chi te ne dia il permesso, l'autorità, la possibilità di dormire poi comunque la notte, la possibilità di ritenerti facente parte della stessa specie a cui oggi ad esempio credo di rifiutarmi di voler appartenere.
Non capisco, e il bello è che non voglio capire, come si possa giudicare una persona come cattiva e poi comportarsi esattamente allo stesso modo.
Poi tutto il mio sistema di valori, appunto, resta totalmente intontito, atterrito, schifato, come avesse preso una gran botta di cruda e crudele realtà dopo essersi risvegliato da quel paese delle meraviglie che mi porto dietro dall'anagrafe.
Mi scuso ma per oggi un post che nulla ha a che fare con la cucina o con l'allegria, perchè sono arrabbiata. E mi sa anche schifata.
Spero di non urtare la sensibilità o le convinzioni personali o politiche di nessuno, ma poi nemmeno più di tanto perchè più che altro qui si tratta del concetto di umanità che mi vacilla, quella credo che non si divida per partiti o prese di posizione, perchè fondamentalmente mi piace credere che alla fine siamo tutti fatti di sangue, carne, ossa, grandi pregi e immensi difetti, ma tento sempre di sperare che qualcosa da salvare ci sia in ognuno di noi.
E a volte, come oggi, anche questa convinzione è obbligata a crollare sotto il peso della realtà dei fatti.
Quando poi leggo, come quasi ogni giorno faccio, la newsletter di "Nessuno tocchi Caino", contro la pena di morte, e qui ognuno può avere le sue posizioni, la mia personale a riguardo è ben definita e non si scrolla da parecchi anni, da quando mi sono approfondita la questione ed i miei dubbi con ricerche e sono arrivata alle mie conclusioni: non voglio che esista l'occhio per occhio in nessun luogo nel mondo, per nessuna ragione. E qui ognuno è libero di pensarla come vuole, ma poi credo che se approfondisse la questione un paio di dubbi se li farebbe, ma insomma non è di questo che voglio parlare.
Questa volta più che la pena, mi colpisce il crimine. E la mia attenzione si focalizza e si arrabbia su quella.
Tutto il mio mondo che mi sforzo perchè voglio credere incantato mi si annebbia quando leggo che esistono persone in grado di infettare volontariamente più di 400 bambini col virus dell'hiv.
Mi manca l'aria per più di un attimo.
Mi sembra di leggere una notizia che no, non può, non deve assolutamente essere vera, ma nemmeno possibile, in una società che pretende di essere civilizzata e progredita. Con delle persone che si ritengono per partito preso superiori agli animali. Ah sì? Io non lo so, ma sinceramente non credo che degli animali sarebbero in grado di uccidere dei loro simili con così tanta crudeltà e ripetitività, per ragioni che non capisco ma credo che non c'azzecchino niente con la fame.
Basta che la mia mente si metta un secondo a pensare a tutto il male che c'è nel mondo e so benissimo che questo non è altro che un esempio, che nel mondo esistono le guerre, la povertà estrema, che con i problemi minuscoli della nostra vita quitidiana spesso finiamo per incantonare in un angolino della testa nel tentativo disperato di allontanarli dalla possibilità che siano reali, per convincersi quasi che siano un gran brutto film. Solo della finzione.
Ma semplicemente questa notizia in particolare mi ha scosso parecchio oggi, sarà perchè ci sono di mezzo dei bambini, sarà che oggi non voglio che mi siano buttate addosso delle notizie del genere, vorrei che il mondo per un giorno andasse meno a rotoli.
Non voglio neanche lontanamente credere che esista così tanta cattiveria nel mondo, non mi rassegnerò mai all'idea e forse è per questo che spesso mi rifiuto di accendere la tv e capire quanto odio esista, oppure la accendo per poi mettere volontariamente il neurone in modalità off per far scivolare tutto il resto del mondo come non esistesse, come fosse solo una brutta invenzione fantasiosa e poco piacevole di un qualche scrittore delirante, forse un po' troppo entusiasmato da Ken Shiro da piccolo, per la verità.
Come posso pensare che una persona, anzi più di una, arrivi a compiere un atto del genere, come fa anche solo a pensarlo, dove trova le motivazioni, come fa a dormire la notte, in cosa crede, che valori ha, appunto, cosa gli è stato insegnato nella vita, ma soprattutto cosa ha imparato dalla vita? Fa davvero parte della mia stessa specie e quindi potenzialmente anche io potrei essere al suo posto? E le risposte mi sa che mi porterebbero a pensare che sì, al mondo c'è anche di peggio, tutto è possibile, un giorno potrei incontrare persone del genere, o, quel che è peggio, se mai avrò dei figli loro potranno vivere in un mondo come questo e avere a che fare con persone del genere.
Non capisco le ragioni del caso in particolare, ma anche se riuscissi a trovarle non credo arriverei mai a capirle, ma manco a prenderne atto passivamente.
Semplicemente oggi non vorrei fare parte di una specie animale, che poi non credo appunto che degli animali arriverebbero mai a tanto, con le dovute trasposizioni.
Mi accorgo che oggi non riesco a capacitarmene.
Voglio credere nel valore della vita prima di tutto, in quella che sarebbe stata per alcuni di quei bambini, che nel frattempo già se la sono vista strappare prima di viverla, nel dolore delle persone che li amavano e a quelli che ancora e da quel momento hanno invece dovuto raccogliere tutte le forze che avevano in corpo per affrontare quello che nemmeno riesco ad immaginare.
Quello che mi chiedo è con che coraggio delle persone, che magari hanno a loro volta dei figli, o anche solo dei nipoti o bambini a cui nella loro vita avranno voluto pur bene, possano non fermarsi a pensare mentre compiono, e non una volta, ma 400, un atto di una crudeltà simile, senza esitare al pensiero che quelli potrebbero essere i loro figli.
Ho bisogno di aggrapparmi davvero a quell' "uso del verbo amare" di cui parla De Luca e che evidentemente però non è poi così tanto condiviso.
Trovo quasi conforto in un suo libro che sto leggendo. Voglio credere che le persone diano ancora un peso al valore di ogni forma di vita.
Spero di riprendermi da questi cattivi pensieri con la bellezza della poesia di Dante, stasera vado a vedere Roberto Benigni che lo recita in piazza.
Basta brutta realtà per oggi.
Scusate lo sproloquio, ma oggi va così e che ci devo fare? Dobbiamo sempre leggere da un occhio e rimuovere con l'altro?

mercoledì, luglio 11, 2007

Ciambella rustica con ripieno di amaretti, ricotta e cacao


Oggi grande necessità di adrenalina, il caffè non funziona:
Scatman John con "Scatman" (1994).. che è stato uno dei miei primi tormentoni estivi, mi ricorda i primi festivalbar, le prime uscite alle fiere di paese, insomma: mi viene da ballare!

Ieri alle h 18.55.57 m'arriva un sms... chi sarà? Fra e Ema (coinqui), che dalla biblioteca hanno il coraggio di scrivere ciò (cito):
"Dì la verità, stai morendo dal caldo vero? Io e la Fra ti stiamo a fa' un cappotto... In realtà questo msg è per sapere se sei all'opera in cucina. Voglia di sboldro!"
..al che io scrivo che per fare un dolce non son mica SHPIRATA, ma che avevo pensato di impastare la pizza, ma poi non c'era nessuno che mi istigasse alla violenza e non l'avevo fatta. E se la volevano supervelox di fare uno squillo che la Mary Poppins che è in me si metteva a spignettà comunque.
h 19.14.33: "La Fra è contro i carboidrati e sai già per cosa parteggio. Quindi all'unisono DOLCE!"...
Uffiiiiii...uffiiiii...non mi viene, non c'ho voglia... Antò...fa cardooooo... Vabbeh, risoluzione: lo faccio, ma poi se viene 'na scifèz ve la magnate uguale e i piatti da lava' so tutti regali pe' voartre!
;-))) Do ut des...
Vado sul sicuro, faccio una ricettina della zia, però stravolgo tutto... va beh, mantengo la pratica...
Tiro fuori tutto, ciàpa chì ciàpa là.... grembiulino giallo della Annina, nel tascone lettore mp3 a pallissima e gnàmo! Creo...
h 19.28.21: "Ti sei SHPIRATA?"
sìììììì maledette r***********i, con Mediomaniana enfasi (ce lo diciamo sempre, non preoccupatevi, è tutto nella norma!)...
Tornano e si ritrovano sbaffata sul tavolo a raffreddarsi prima di ribaltarla la loro ciambella rustica, va bene per la colazione eh bambine, vi addolcisce il risveglio alla Mulino Bianco!?? Evidentemente sì, se quando mi sono svegliata la mattina per fare le foto all'interno sul tavolo dell'interno rimaneva quello che c'è nelle foto!! Anveeeeeeedi li licantropi so' passati!! Attila flagello di Dio proprioooooo!
;-)))))

La ricetta in teoria è di mia zia Claudia, io in realtà ho mantenuto la pratica e gli ingredienti (a parte l'aggiunta di poco cacao), ma ho cambiato un po' le dosi... sapendo di dover fare dosi "massicce" per coinquiline-licantrope: vi metto direttamente le mie:
Ingredienti:
(forever scatolino come scatolino vuoto di yogurt, da 125 ml)

impasto:
6 scatolini di farina
2 uova
1 scatolino di latte
1 scatolino di zucchero per l'impasto
1 bustina di lievito per dolci
100 gr di burro
ripieno:
200 gr amaretti (= 1 scatola)
250 gr di ricotta se possibile fresca
1/2 scatolino di zucchero
1 cucchiaio di cacao amaro (facoltativo)
1 uovo

In una ciotola sbriciolare grossolanamente gli amaretti (se, beati voi, ce l'avete, usate un mixer e polverizzateli)
Preriscaldare il forno a 180°C. Sciogliete a bagnomaria il burro e lasciate raffreaddare un po'. Imburrare ed infarinare leggermente una tortiera per ciambella.
Poi setacciare la farina, lo zucchero e lo lievito e disporlo in una ciotola a fontana. In un'altra ciotola mescolare velocemente le uova, il latte e il burro intiepidito (un po' in stile muffin, divisione ingredienti secchi ed ingredienti liquidi). Versare il composto liquido nel buco della fontana creata e lavorare velocemente con un cucchiaio di legno, poi se vedete che il composro è troppo duro, lavoratelo con le mani (ebbene sì! E' il suo bello e la sua stranezza... sarà per quello che mia zia la chiama rustica??? Mah..sono i misteri delle ricette famigliari!). In un altra ciotola mescolare la ricotta, 1 cucchiaio di cacao (facoltativo, non presente nella ricetta di mia zia), il mezzo scatolino di zucchero e gli amaretti sbriciolati.
Ora trasferire con le mani circa metà dell'impasto più o meno uniformemente (eh, si chiama rustica quindi si ha anche la licenza poetica giustificata di essere "ruspanti"!), poi disporvi sopra il ripieno preparato prima e ricoprire con il restante impasto sempre con le mani a mo' di pezza...
Poi infornate a 170°C per 40-45 min, considerando che comunque l'interno non si asciugherà del tutto perchè è presente la ricotta.
Guardate che sembrerà magari strana da fare e non il massimo da vedere, ma da magnà, ve lo assicuro, Sò SODDISFAZIONI! E risulterà anche soffice, anche se crederete che potrebbe diventare un piccolo mattoncino, invece vi stupirà con effetti speciali... va beh dai, fly down... sto a esaggerà, ma nzomma l'è bona, per colazione, ma se ve la devo dire tutta io e Sonia l'abbiamo anche utilizzata come cena-coccola con il latte caldo! Farà un po' inverno ma ci stava proprio!

LA DONNA FINOCCHIO.

Precisiamo.
Esistono al mondo donne finocchio-femmina
e donne finocchio-maschio.

Ecco.
Quest'ultimo è un caso che non ci riguarda
(chie­dete a Platinette).
La donna finocchio-femmina è spesso incinta.
Ed è un' ottima madre.
Solida e protettiva.
Devi avere pazienza se vuoi arrivarle al cuore.
Ma niente smancerie.
Tocca toglierle con calma tutte le difese,
strato dopo strato.
Non è fatta per i sentimenti focosi e le notti calienti.
Va amata cruda.
Mordicchiata un po' alla volta.
Pur essendo grassoccia,
è tosta e tonica.
Non ci ha un filo di cellulite.
Amare una donna finocchio fa bene alla salu­te.
Libera dalle scorie e non appesantisce lo stomaco.

Tratto da : Luciana Littizzetto, "La Principessa sul pisello", Mondadori, Milano, 2002

martedì, luglio 10, 2007

Ode allo sboldro* felice, giunto dalla Ietti


Riprendo il titolo usato dalla Ietti "Ode al giorno felice", quando gli ho mandato un pensierino, con una piccola ma pertinente modifica:
*dicesi a Mantova, in gergo giovanile, SBOLDRO ciò che di più goduriosamente godurioso ci sia, dolce o salato.
(ed era ora che ve ne rendessi partecipi perchè è una definizione indispensabile ormai qui in casa-coinqui, per definire desideri culinari improvvisi chiamantesi "voglia di sboldro", ecc...)

Queen, "Friends will be friends" (1986)

..."[...]It's so easy now, 'cos you got friends you can trust. Friends will be friends, When you're in need of love they give you care and attention
Friends will be friends, When you're through with life and all hope is lost
Hold out your hand 'cos friends will be friends
- right till the end"
Questo nelle foto è quello che la mia pupilla e un attimo dopo la papilla (gustativa) hanno avuto la goduria di vedere oggi a tarda ora di pranzo... quando, affondata la fauce in abbodanti conchiglie della Barilla con sughetto improvvisato stracchino, salvia e zucchine, bòno, con ciabattine di spugna e capigliatura in perfetto stile desperate housewife con due matite a raccogliere la criniera suona il citofono....
Mah??! Morosi non ne devono arrivare, le scale le hanno già pulite, chi è che bussa a questa porta?! Va Sonia e mi dice: "Boh... Ali vai tu, io non capisco cosa dice, c'è un pacco"...
Va beh, bella come una pantegana in pigiama vado giù dalle scale e chi mi becco: un corriere provolone da morire che mi fa seicento domande su abbronzatura, cosa c'è nel pacco, " 'mazza sì proprio rossa come na melanzana"... grazie, la similitudine mi alza l'autostima come non puoi capire, ma me lo dai sto pacco o te lo vuoi tenere per farti compagnia???! Ussignùr...
Finalmente sbologna il pacco e vedo che è proprio per me-sì-sì e cominciano gli..... ooooooooh, ma daaaaaaaaai, ma va lààààààààà quanto mai plurimi!
Salgo le scale, sbolognato il simpaticone, e apro il pacco sul tavolo con Sonyc: oooooooooh ohhhhhhhh... inebriante profumo di burroooo mi fa partire il neurone verso lidi anglosassoni e dico ma va lààààà, ma chi èèèèèèè..... la IETTI ???! Sgraziaaaaaaaaaaata tu ssssèi!!
Tutto questo ben di Dio mi inebria i neuroni e per un attimo non vedo che mica è finita lì: NO-NO-PROPRIOPROPRIO-NO!!
Tiro fuori tutti i pacchettini di sboldrerie e che mi becco?? Una letterina con la carta di diddl (che io ho UGUALO UGUALOOOO! Mi sento a casa...), un segralibro a grande graffetta con un bel micione obesone come il mio Gingy, e anche lì looooooove, love, immensamente love, e una bustina superchic rossa fuego, la apro e vedo una collana, che vedete nella foto, bellissimaaaa! Ietti mi sorge la possibilità che l'abbia fatta anche quella tu con le tue manine, possibile???Ho letto il tuo livespace ieri e ho visto riferimenti in merito a tue abilità sconosciute!?? Ad ogni modo, strabilianteee! Ehmmmmm... i biscottini che vedete nelle foto sono parecchi meno di quelli arrivati, perchè nel giro di 4 secondi scarsi si è sparsa la voce ai lupi sotto forma di coinqui pronte per il caffèttino signorile con prova shortbread... BUONISSIMI:
-Mini-muffin veramente mini e maxi-bòni e maxi simpatici... vorrò comprare anch'io i pirottini mignon!! Fantasmagorici... con gocce di cioccolato e e latte di cocco!
-biscotti stile shortbread che io idolatro a mille o bianchi, o al cacao o puciati in ganache (e mica bruscoliniiiii!) al 70% di cioccolato! Svenimentooooooo...
Ietti, ti do tempo mezzo minuto per diffondermi le ricette! Qui c'erano le coinqui con coretti di "mazza, ma qui mica si frigge con l'acqua... proprio robbbba di pasticceria!"...
Come faccio io con te???!
Come ti posso ringraziare ehhhhh!??
Per aver passato del tempo a preparare con le tue manine da cuochina pazza a spignattare per me!??
GRAAAAAAZIEEEEEEEE tesora,
mi hai fatto una sorpresa bellissima, sei proprio una boncitta un monte!
(eh, sei appena tornata da gite toscane, quindi capisci!)
;-)))))))

Rimpatriate Pisane

Riassunto fotografico con A) autoscatti plurimi in stile Blair witch project, B) revival della scena di Jessica di "Viaggi di nozze" di Verdone con la banana al ristorante.. presente?
va beh, noi ci siamo limitate al bar... e C) lezione delirante di ginnastica on the beach..in questo caso più on the grass, della Fra...
dovete capire che il caldo fa brutti scherzi...
;-P

Stavolta i Cake con "Perhaps, perhaps, perhaps" (1996), fantastica cover, perchè Sonia si è messa a cantarla tra il lungofiume e i portici... e giù di coretti!
PISA: C'ero stata da piccola, poi pochi mesi fa a marzo, ma avevo visto poco per forza di cose e ci sono ritornata un'altra volta e stavolta mi è proprio piaciuta!
Sabato scorso parte dell'allegra brigata-coinqui "rincoglionite dal troppo caldo" ha fatto una gitarella a Pisa, per dare un bacino ad Heidi, nostra ex-coinquilina, donnina austriaca in arrivo, munita di fidanzato Mirko, direttamente da Vienna per prendere, la poverina!, un traghetto Livorno-SARDEGNA per due settimane..uff!!
Dopo che lei c'era venuta a trovare a marzo , le avevamo promesso che saremmo andate noi a trovarla... ma il fantastico post-it che ci ha appiccicato sul frigo con le offerte low-cost per i voli per Vienna è ancora parcheggiato lì,quindi un paio di settimane fa in msn mi ha intimato di comvincere le altre pulzelle a farci una gitarella per farci perdonare e raggiungerla per un salutino veloce... se no ce menava! Convinte almeno Fra e Sonia, siam partite, ovviamente facendo le nostre inimitabili volpate di uscire di casa in ritardo, per poi correre come pazze scatenate per quel paio di chilometri che portano da casa nostra alla stazione, ma mica due chilometri da padania, no, 2 km senesi, che sono un saliscendi assicurato che per un'antisportiva come me significano scene da risata assicurata con rantoli agonizzanti da mal di milza che ve lo raccomando! ;-)))
Ovviamente poi, mandato un sms agonizzante alla Ietti anche lei alle prese con il fantastico mondo dei ritardi delle fs, (Iettiiiiii, m'è troppo spiaciuto non esserti venuta a salutare domenica, ma ero collassante a letto con pressione raso terra e stanchezza arretrata.. gioventù assolutissimamente bruciata! AMMETTO! Perdono perdono perdonoooo con CaterinaCaselliana enfasi!), salite sul treno al pelo con la lingua a terra per l'impresa agonistica, il treno è partito con più di 20 minuti di ritardo, come è ovvio che sia, scene più che ripetute al ritorno ovviamente, ma dopo anni e anni di fs e bonus di risarcimento sono un'esperta in materia e parto assolutamente munita di cuore in pace e pace dei sensi o più che altro delle incazzature in tasca, con la consapevolezza di non sapere non solo quando arrivo, ma di solito manco quando parto, ma so' sempre dettagli! Basta partire col lettore mp3 stracarico, un bel libricino e l'immancabile rivistina di cucina, il cui acquisto è un rito prima di ogni viaggio semi-lungo con qualsiasi mezzo, a costo di perdere il treno. Stavolta mi ha ispirato la serie oro di cucina moderna di questo mese, su pomodori, melanzane e peperoni, fenomenale!
...Vaniglietta, Sonia, Fra, Heidi: sul prato dei Piazza dei Miracoli, all'ombra della Torre di Pisa e del Battistero...

Nell'attesa dell'arrivo dell'Heidina con "consorte", l'abbiamo buttata sul culinario:

- appena arrivate siamo capitate in un mercatino della frutta in una zona di Pisa particolarissima, che a Pisa proprio non sembrava di essere, dove da marito e moglie indiani troppo belli e gentilissimi abbiamo comprato, da personcine serie, pesche e banane per gli spuntini della giornata,
- seconda colazione con sfogliatina di riso alla crema e caffè macchiato, come da foto,
- ho assaggiato uno dei piatti tipici, la Focaccia con la cecina, nel localino dove, a detta di un'amica di Fra che ci studia da anni e che ce l'ha assicurato, lo fanno meglio... ma non mi ricordo il nome del posto!! [Però mi ricordo come tornarci, che è ciò che importa..;-P]. Buonissima, droga pesante quasi quanto il ciaccino di Siena;
- ho scovato per caso una gelateria fe-no-me-na-le sul lungofiume, dove ho mangiato uno dei gelati più buoni della mia vita... lì, rinfrescato il neurone col gelato, mi sono ricordata di prendere il bigliettino, sono addirittura muniti di sito:
Gusti???
io: - CREMA DI ZAFFERANO
- LIME E MENTA (vera, in tante fogliolineeee...commovente!!)
Ovviamente ho assaggiato anche quelli delle compari... ;-D
Fra: zafferano come il mio, e VANIGLIA DI TAHITI... bòòòna!
Sonia: granita al THE VERDE E MENTA, il the verde si sentiva ed era fantastico!
Li vorrò assolutamente ricreare, quando avrò regalato la gelatiera a mia mamma...

Poi abbiamo finalmente recuperato Heidi e Mirko, che dopo 11 ore di macchina di cui parecchie di coda nella zone di Mestre, ovviamente, sono arrivati e ci siamo corsi incontro con scene degne delle migliori carrambate... Mirko, sei sempre un mito: ogni volta che ci vediamo ci regala una confezione di Toffifee... inutile dire che HA CAPITO TUTTO DELLA VITA... o anche solo di chi si ritrova davanti! Cavolo, l'abbiamo sfruttato come fotografo e gli abbiam fatto manco una fotina... vabbeh, ELOGIOOOO a mille sempre e comunque, noi tifiamo lo sposalizio da mò! (E siam già giunti alla convivenza, vedi che ci prendiamo con le amorose previsioniiii! ^-^).
Heidina bella, brava e austriaca inside come sempre, ci fa sempre schiantare... la prossima volta se non veniamo noi a Vienna ce puoi ufficialmente menà!
Detto ciò, sono pure un po', oltre che patata e carota, donna ravanello, ho chiuso il cerchio...
LA DONNA RAVANELLO.

Piccola di statura,
veloce di pen­siero,
disillusa di cuore.
In qualsiasi situazione trova il modo di arrangiarsi.
È spiritosa e sagace.
Disordinata,
non ama le convenzioni
e detesta le interminabili sedute dal parrucchiere.
Per fare prima si tinge la chioma in ca­sa,
da sola,
a suon di henné.
Vista l'imperizia,
il risultato è spesso una
stravagante nuance ravanello pallido.
Gli uomini la credono fragile e indifesa,
e pensano di portar­sela a letto facilmente.
Illusi.
Basta un morso per capire quanto è forte.
Non sa cosa siano le cotte,
lei.

Tratto da : Luciana Littizzetto, "La Principessa sul pisello", Mondadori, Milano, 2002

venerdì, luglio 06, 2007

Una merendella coi controfiocchi: Brownies al cocco

Red Hot Chili Peppers, " Road trippin' " (1999), una delle pochissime dei Rhcp senza batteria...
viaggioni fisico-geografici, una delle mie preferite a tutto volume quando guido, e non vi dico quelli mentali, con sta musica che mi solletica il neurone...


Ispirata da una commistione di vocine diaboliche nel mio cervelletto, che si concentravano e gridavano vendetta su questa celestialità di Fabien, quest'altra di FrancescaV e dal libricino che mi ha regalato la Cuochè per il compleanno e mi sfoglicchio spesso, dovevo provare a fare sti benedetti BROWNIES e questa è l'invenzione che ne è saltata fuori :

Merenda a suon di BROWNIES al cioccolato fondente e cocco,
con un bel thè Twinings alla vaniglia, cocco e semi di cacao
(che c'entra poco con tutte le precedenti, ma era per spiegare il filo mentale e dare ai Cesari, mica ai Cesaroni..uh uh come son burlona di mattina presto!, in questione, ciò che spetta loro, cioè in questo caso l'istigazione alla violenza goduriosa)
Ingredienti:
(con scatolini intendo l'imperituro scatolino vuoto di yogurt da 125 ml)
200 gr cioccolato fondente
100 gr burro
2 scatolini di farina di cocco
1 scatolino di farina 00
1 scatolino di zucchero di canna equosolidale golden caster
3 uova

Preriscaldare il forno a 180°C. In un pentolino far sciogliere a bagnomaria il cioccolato ed il burro, mescolando finchè ben sciolti ed amalgameti, poi togliere dal fuoco e lasciare raffreddare qualche minuto. Nel frattempo montare in un recipiente le 3 uova con lo zucchero di canna per un paio di minuti. Aggiungere poi il cocco e mescolare ancora. Quindi aggiungere il composto di cioccolato e burro, ormai non più troppo caldo, ed incorporare bene. Infine aggiungere poca alla volta la farina setacciata e trasferire in una teglia, preferibilmente quadrata o rettangolare (io ho usato la normale tortiera tonda e ho poi tagliato a quadrotti i brownies, perchè avevo teglie rettangolari proprio piccole, e sapevo che le coinqui non avrebbero apprezzato poco abbondanza!) , ricoperto di carta da forno, cospargere magari un cucchiaino di cocco sulla superficie, che fa scena (^-^), ed infornare per 25-30 minuti, se necessario abbassando la temperatura un pochino, o comunque finchè si forma una crosticina dall'aspetto croccantino in superficie (ma l'interno deve rimanere "umidino", non troppo secco).

Appena raffreddato un po' (a parte che a me piace più caldino...
;0)) ), tagliare nei classici quadretti/rettangoli e papparsene alll'istante uno, ma anche un paio su, con una bella tazza di tè a tema, se vi va.

Detto questo, diamo inizio alle danze... o meglio alla digressione blogorroica. Forse in questa sede non si è ancora tanto percepito, mi io sono una pazza scatenata quando si parla di thé, tisane, tisanine, infusi e quant'altro... posso diventare, in realtà sono già a buona strada, un'erboristeria umana. E' una cosa degli ultimi anni, prima li snobbavo grassamente, mi ricordo bene l'unico Earl Grey che avevo bevuto, ed era in terza media in classe per parlare di cultura inglese (con i shortbread.....ahhhh!).. sì, c'ho la memoria buonissima per le minchiatelle, e allora??! E' risaputo, la frase preferita della mia migliore amica quando mi parla è "Quanti files buttati nel cesso!"..in dialetto, qui ve lo anche raffinato. Ad esempio, ora devo sfogare il tarlo che mi perseguita da un paio di giorni, una mia amica mi ha detto di avere appena comprato un infuso al marzapane buonissimo e adesso quello è già il mio domandone... 'ndo lo trovo?! Vabbeh, non tergiversiamo: insomma io un bel tè anche a Ferragosto sarei in grado di bermelo, oddio, sempre a modo mio, ma quello anche sul cucuzzolo della montagna... io li adoro caldi per l'effetto caldino alle mani che mi piace un sacco (ecco magari più sotto Natale che a Ferragosto, sì, ammetto)..., ma poi aspetto rigorosamente che siano quasi freddi per berli!

E più son strani più mi illumino d'immenso... Passo le ore nei reparti delle tisane nei supermercati, il paese dei Balocchi, vengo colta da parossismo da acquisto plurimo e in quel caso lì è una gran cosa che qui non ci sia pericolo di trovar cose strane (a parte un negozio, ma c'è di che far dei mutui... c'ho fatto solo dei regali a natale e mai più! Costano il doppio, quando va bene!), a Mantova già appena leggermente di più, ma Deo gratia che non sto a Milano o Roma... che farei stragi! (Di portafoglio, s'intende).

Insomma in questo ci stava a puntino un bel Twinings, che insieme a quelli dell'equosolidale rimangono i miei preferiti, a tema: il Voyage Baìa... c'est-à-dire vaniglia, cocco e semi di cacao, che ha un profumo celestiale, il sapore è molto meno deciso, ma apprezzo assai assai lo sforzo di metterci cose che idolatro... ^-^


LA DONNA INSALATA.
Frivola
e anche un po' superficiale,
della donna insalata ci si innamora facilmente.
Perché è la quint'essenza della femmina.
Carina,
volubile,
spensiera­ta,
capricciosa.
Ma è meglio non fidarsi...
È infedele per na­tura.
Passa da un letto all' altro
con una leggerezza invidia­bile.
Basta un po' di calore per renderla tenera.
Forse perché è una femmina con poca sostanza.
O forse perché ha scoperto che
nella vita è meglio fermare gli istanti mi­gliori
senza farsi troppe domande.
Di solito la donna insa­lata
va molto d'accordo
con la donna pomodoro.
Sono amiche per la pelle.
Di tutt' altra risma,
la donna insalata belga.
Come dire... la classe non è acqua...
L'età le ha,
sì,
imbiancato i capelli,
ma le ha donato uno charme quasi magnetico.
Sarà quel suo retrogusto amaro,
di chi ha cono­sciuto gli inganni della vita,
a renderla così desiderabile.
Tratto da : Luciana Littizzetto, "La Principessa sul pisello", Mondadori, Milano, 2002

giovedì, luglio 05, 2007

Un'altra variazione sperimentale sul tema QUINOA, perchè c'ho già preso gusto...


Jack Johnson, "No other way" (2005)... che io amo in tutte le salse possibili, quella lenta alla mattina mi fa proprio sognare e mi rilassa tanto.

Visto che sono poco ispirata per dei dolci, anche se sarei molto ispirata a fiondarci le zanne... quindi forse però oggi ci metto mano, vi raccontò velocemente un'altra variante riuscita degli esperimenti con il non-cereale del momento, di cui vi avevo parlato pochi giorni fa qui ... dove, se non la conoscete, ci sono anche un paio di link per farvi un'idea.

QUINOA CON ZUCCHINE, FUNGHI, PAPRICA E ORIGANO...con una spolveratina finale di pecorino fresco

Per 2 persone:

1 1/2 bicchiere Quinoa Real equosolidale
sale q.b.
acqua q.b.
1 scalogno
1 cucchiaio di olio evo per il soffritto e 1 a crudo a cottura ultimata
2 zucchine piccole
alcuni funghi secchi (se avete i porcini tanto meglio!)
1/2 cucchiaino paprika piccante
(era un esperimento e avevo paura di rendere tutto troppo piccante, ma in realtà lo era pochissimo, quindi si può abbondare, se piace)
1 cucchiaino di origano (di quelli seri, profumati, nel mio caso quello di casa di una coinqui!)
Facoltativo: una spolverata di pecorino fresco

Sciacquare bene la quinoa sotto acqua corrente, aiutandosi con uno scolapasta a maglie piccolissime oppure un setaccio, per eliminare la saponina, una sostanza dal sapore amarognolo.

Nel frattempo fare appassire con un cucchiaio di olio evo lo scalogno tagliato grossolanamente, poi farvi rosolare un paio di minuti i funghi secchi, precedentemente ammorbiditi in acqua, tagliati a pezzetti. Aggiungere ora le zucchine lavate e tagliate a cubetti e mescolare per un paio di minuti. Aggiungere ora la quinoa sciacquata e fare tostare un minuto, continuando a girare.

Aggiungere ora dell'acqua bollente (le istruzioni dicono di utilizzare 150 ml di acqua per 70 gr di quinoa... io sono andata ad occhio, ma assorbe abbastanza acqua, insomma ancora pentolino d'acqua sul fuoco a fiamma bassa per ogni eventuale aggiunta!). Aggiungere la paprika, magari abbondando più di quanto ho fatto io, e lasciare cuocere per circa 12 minuti, o comunque finchè la quinoa non si è "aperta" e l'acqua asciugata (a me i risotti e i cereali in generale piacciono al dente e molto asciutti, non so a voi, regolatevi secondo i vostri gusti!). Aggiungere l'origano... io ce lo piazzerei ovunque, e mescolare qualche secondo. Impiattare, aggiungendo un cucchiaio di olio evo e, se vi piace, un po' di pecorino fresco, che lascia un sapore molto delicato e secondo me può piacere molto più di quello stagionato alle persone che, come me, non amano troppo i formaggi di per sè.. (...Grana escluso...per ragioni di longobardicità insita!)

E poi, dai, era anche una scusa bell-e-bbbbbuona per spiaccicarvi un'altra donnina-verdura!


LA DONNA CIPOLLA

Pallida e decisamente fuori taglia,
sprovvista totalmente del punto vita,
piange da anni
sul­le sue miserie.
Ed è per questa tendenza alle lacrime
che molti uomini non riescono a digerirla.
Il maschio predili­ge la donna cipolla di Tropea,
meridionale,
sana e sapori­ta.
La donna cipolla patisce il freddo
e si veste a strati.
Se non si ha molto tempo a disposizione,
meglio evitare di chiederle lo spogliarello.
È tenera,
ha qualche problema di alito,
è affezionata alle sue radici
e usa da sempre lo stesso profumo.
Un filino impegnativo, per la verità.

Tratto da : Luciana Littizzetto, "La Principessa sul pisello", Mondadori, Milano, 2002

martedì, luglio 03, 2007

2 Luglio: un Palio come dì... stRRRano!



[Siccome a Siena cantante significa sempre e solo Gianna Nannini, ed ha vinto la sua contrada, ma radioblog non mi vuole sbolognare nessuna sua canzone, oggi ci spiaccichiamo i
Queen, "We are the champions"...
che in caso di vittorie ci sta sempre, poi i Queen ci stanno sempre un gran bene con qualsiasi cosa... ;-D ]

Allora, ormai non è che uno si stupisca più di niente, però...

C'ho ufficialmente un casino di contrade nel cervello.
E avviso che ho qualche annetto di arretrati, quindi questo post sfogoso sarà anche più blogorroico del solito... chiedo umilmente venia!
E siccome in questi giorni non ho avuto molto modo di cucinare qualcosina di interessante, o meglio ho cucinato, ma le solite cose veloci solo con qualche variante del momento, quantità industriali di pizza impastata dopo pranzo per cena per accontentare tutte le pulzellette, risotti fantasie, paste collettive etc etc, facciamo una digressione in tema senese.

Ieri, 2 luglio, c'è stato il primo Palio, il prossimo sarà il 16 agosto. Un Palio tra i più strrrani che io abbia mai vissuto, dal vivo, o in televisione.
Qui ad esempio c'è una cronaca molto più comprensibile della mia di quello che è successo.
Da piccola son venuta una volta sola a Siena e me la ricordo benissimo, nonostante avessi cinque anni, perchè soffrendo di vertigini, adesso un po' meno, mi han fatto salire sulla torre e ovviamente ho pianto come una disperata, incompresa come pochi, con tanto di foto comprovanti di mio padre che mi porta in braccio, e con la mia faccia sbattuta contro di lui pur di non vedere niente, per gli ultimi scalini dopo un mio rifiuto categorico, perchè già allora ero testona, e hanno avuto pure il coraggio di farmi mettere in posa col vuoto e il panorama dietro con io che ho una faccia da "mò ve devo menà?!?" notevole, peccato che quella foto ce l'abbia a casa, perchè se no ce l'avrei spiaccicata per rendere l'idea.
E mi ricordo benissimo di quando siamo scesi e io ero ingrillata come poche volte e per zittirmi mi hanno fatto scegliere una bandierina del palio... avevo scelto quella della contrada del
Drago, verde, giallo e rosa antico (mai sia che vi salti fuori che quel colore è fucsia! La sottoscritta è la regina delle occasioni di essere menata, per fortuna mai andate in porto... è che io non mi ricordo mai di essere circondata da persone con senso dell'umorismo poco elastico e molto facilmente offendibile... classico esempio di figura retorica chiamantesi eufemismo) e ci ho giocato per un sacco di tempo.
Poi vengo a Siena per immatricolarmi dopo poco meno di tre lustri e dormo più o meno nella contrada dell'
Istrice, quindi in teoria dovrei simpatizzare per quella contrada, perchè "si appartiene", senza poi tanti virgolini [cito un documentario sentito ieri "Bambini, voi non vivrete nella contrada, vivrete PER la contrada"... inquietante prospettiva, dico io] , alla contrada in cui si dorme per la prima volta a Siena.
Poi per un mesetto ho abitato in una casa vicino alla contrada del
Bruco, evabbeh.
Subito dopo mi sono trasferita in questa casa, dove ancora sto, nella contrada della
Torre... che guarda caso dopo ben 44 anni arrivo io e vince. Oooook-vaaabene.
Ieri invece la Torre nemmeno gareggiava, ma, il che è PEGGIO, gareggiava a estrazione l'
Oca, una delle loro peggiori nemiche... [ah, che, per inciso, è la contrada della Gianna Nannini nazionale], poi evito di raccontarvi cosa si combinano 365 giorni all'anno tra contradaioli delle contrade nemiche perchè non son robe degne di lords e ladys, manco medievali, per capirsi. Proprio no. Allucinanti. Uno non ci crede se non ci vive.
Al che mi sono piazzata nello spicchio di piazza del
Nicchio, sembrandomi normalmente tra i meno schizzati e pronti alla man di botte... poi dopo un pomeriggio tranquillissimo in piazza dalle 16.00 alle poco prima delle otto, quando le cose cominciano a complicarsi, felicemente confermata la loro apparente tranquillità, escono i cavalli e cominciano a posizionarsi. E si capisce che non credono proprio di vincere, son troppo tranquilli per i miei gusti. [Nonostante in città si vociferasse abbastanza il loro nome...]
Ho visto di parecchio peggio, ma insomma quasi un'oretta di preparazione perchè la
Civetta non si degna di mettersi in linea in piazza si regge parecchio meglio che davanti al televisore, rizzando il lanternino linguistico tra svagonate di turisti americani che abbozzano ipotesi psicologico-comportamentali sui cavalli non capendoci 'na mazza di quello che succede, essendo il tutto detto da altoparlanti autoctoni senesi (che anche da italiana ce ne vuole per capire la parlata a perfezione, ve lo assicuro), gente capitata a caso in piazza e che si ingegna per uscire ma ormai c'è chiusa dentro perchè han già chiuso i cancelli, e soprattutto commenti di sciùr e siùre senesi impermalositi dall'abbondanza di indegni-non-ariani-senesi nella LORO Siena, che partono con le invettive contro gli studenti, i turisti, il mondo, ma in quel particolare momento sul Palio (che è anche il nome dello stendardo, che non mi viene il nome e spero nessun senese legga mai qui perchè rischierei n'artra volta il linciaggio all'istante, che è il premio per il vincitore, ed è ogni anno creato da un artista diverso, di solito senese), secondo me davvero molto bello e colorato, uno dei più belli, secondo loro ovviamente troppo innovativo, non ci sono più le tradizioni, non ci sono più le mezze stagioni, si stava meglio quando si stava peggio, e allora pure mia nonna Fènchy se c'avesse le ruote sarebbe una bella carriola, ma vabbeh. Fatto sta.

Insomma poco dopo la partenza si capisce che sta vincendo palesemente l'Oca (a parte constatare sul campo che il fantino si gira un po' troppe volte e rallenta un tantino troppo spesso rispetto al Nicchio, che è quello subito dopo, ma teoricamente molto distanziato)... e così dalla prospettiva del mio angolo sembrava all'arrivo, poi qualche secondo dopo nella nostra fetta di piazza, quella appunto del Nicchio, ci sentiamo travolgere da un ragazzo che urla "no! Siamo noooi!" e cominciano gli abbracci, i pianti e giù di ogni... noi incredule che ci chiediamo come mai possa essere, va beh che siam lontane dal traguardo, però. Ma in effetti un secondo dopo al Municipio tirano fuori la bandiera del Nicchio e per due minuti il delirio, gente aggrappata, cori di insulti tra Nicchio e Torre contro l'Oca e giù di maremme. Yuppiduz.



Tempo proprio un paio di minuti e ancora il ribaltone. Le maremme e gli insulti comincia a ribaltarsi nel senso Oca versus Torre. Gente che si mena, gente che piagne, picco di affaroni alla telefonia mobile causa contradaioli che si chiamano per complimentarsi, insultarsi, capire cosa cavolo sia successo e perchè adesso al municipio stiano ritirando la bandiera del Nicchio e mettendo quella dell'oca.

MMMMmmMboh, dicchiù nin zò.

Assodato che vogliam tornare a casa per capire cosa sia successo, tanto c'è il canale civico di Siena che ritrasmette i 3 giri 24orealgiorno365giorniall'anno e GIURO che non sto assolutamente esagerando. Provare per credere.

Tornando a casa vediamo i torraioli con varie tipologie e gradi di incacchiamento:

A) Gente con mani nei capelli e sguardo da ebete fisso sul vuoto che piange a mo' di disgrazia, non animale domestico, No-No, proprio a livello di progenitore passato a miglior vita;

B) maremme di ogni sorta, incluso bambini di 3 anni parecchio scarsi che tirano fuori delle madonne a me del tutto sconosciute... roba che fossero miei parenti, peggio figli, gli avrei fatto un discorsino dei miei;

C) gruppi di torraiole riunite sotto le finestre al piano terra delle case per rivedere da fuori in massa in tv l'arrivo alla moviola e inveire contro la decisione della giuria.
...


Non commento ulteriormente perchè mi rendo conto che dall'esterno si possa capire ben poco, ma a viverci dopo il primo annetto in cui vedi solo l'aurea romantica delle tradizioni, cominci a capire che meccanismi psicologici ci stiano dietro a questo strano esempio di umanità che sono i ventimilaequalcosa senesi autoctoni, quanto parecchio meno romantico sia, rimanendo sicuramente affascinantissimo fin per carità, quanto di animalesco e in realtà piuttosto rabbioso ci stia dietro, quanto da casa non si sentano i fantini che "parlano" prima, quanto non si possa manco vagamente intuire quanto la sonante monetina centri più di tutto le sopraelencate messe insieme.


Siena si risveglia e vive veramente due giorni l'anno: il 2 luglio e il 16 agosto. Ma si concentra per benino pure gli altri, perchè gli altri 363 di giorni ventiquattro ore al dì sono di preparazione per quei pochi minuti di totale e frenetica irrazionalità, quando improvvisamente i senesi, tendenzialmente passivi e pesantissimamente arcilamentosi, si trasformano, ed è meglio essere preparati onde evitare.

Sarà meglio tornare alle cose più terra-terra va, verso l'orto magari, cara Litti...


LA DONNA ZUCCHINA.
Alta o bassa,
lotta sovente con pro­blemi di
cervicale
o ernie del disco.
È cresciuta storta,
col­pa della cattiva postura
e delle cattive compagnie.
Da gio­vane era un fiore.
S'è fatta sbattere
e farcire in tutti i modi,
e così è appassita presto.
Rimane una donna tenera,
ma toc­ca ammettere che non sa di tanto.
È tormentata dall' ansia
ed è costretta a ripetute visite alla toilette
per veloci pipì.
Deve tuffarsi
in un amore denso e pesante
come la pastella
per riacquistare sapore.
O friggere nell' olio.
Completa­mente panata.

Tratto da : Luciana Littizzetto, "La Principessa sul pisello", Mondadori, Milano, 2002