sabato, novembre 11, 2006




Ma che stiamo a 'mpazzì??!




[Il 16 gennaio 2004] l’ Unione Europea ha aperto un procedimento di infrazione contro alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, "colpevoli" di non aver introdotto la remunerazione degli autori e degli editori per i prestiti effettuati in biblioteca. E’ una misura che si inscrive in un quadro generale di attacco al diritto di leggere e di consumare cultura, musica, informazione. Già la cosiddetta EUCD, con le leggi di armonizzazione derivate, aveva pesantemente limitato le possibilità del diritto di copia e aveva introdotto la logica del consumo a scadenza dei prodotti (così, d’ora in avanti, chi acquisterà un e-book, un sw, un cd, un dvd, non avrà mai la certezza di poterlo utilizzare a distanza di anni o cambiando lettore, computer, palmare: è la civiltà dell’"inchiostro simpatico", come è stata simpaticamente definita).Anche se non dovesse sortire effetti immediati, la procedura europea ha già ottenuto il risultato di far considerare oggi plausibile ciò che fino a ieri sembrava inconcepibile. Dovremo dunque far pagare i prestiti in biblioteca per ridistribuire royalties agli editori e (in piccola parte) agli autori? Dovremmo sottrarre al già risicato budget di acquisto delle biblioteche pubbliche una quota per il pagamento dei diritti alla SIAE (come è successo per le fotocopie) magari proporzionale al numero di iscritti (come in Francia) o dei prestiti, con il risultato encomiabile di punire le biblioteche più attive ed efficienti? Dovremmo addossare allo stato la spesa, configurando una indiretta tassa sulla lettura, un equivalente moderno della tassa sul macinato?Tutte queste soluzioni sono ugualmente indigeste. Le biblioteche hanno un’altra concezione del diritto d’autore: esistono e combattono perché gli autori (non solo quelli dei bestseller) siano conosciuti, letti, amati. Perché possano essere conosciuti, letti e amati anche dopo essere spariti dagli ostensori del mercato, dove rimangono per una vita media di soli sei, sette mesi. Le biblioteche hanno un’altra concezione del diritto d’autore: investono in catalogazione, promozione, stoccaggio per permettere agli autori di raggiungere i loro lettori. Esse rappresentano un grande scaffale aperto per l’editoria e per la libertà di informazione. Della loro opinione, vogliamo dire sommessamente ma decisamente, occorrerà tenere conto. A differenza di quanto è accaduto in passato.


Dario Fo, premio Nobel: "Senza conoscenza non c'e' cultura, senza cultura non c'e' vita" Come possiamo definire l'idea, legata ad una direttiva dell'Unione Europa, di far pagare i libri presi in prestito nelle biblioteca, con la scusa di remunerare gli autori? Si tratta certamente di un degrado totale della nostra cultura, soprattutto se consideriamo come sono nate le grandi biblioteche del tempo più antico e l'enorme importanza che hanno avuto. Nel nostro paese, ma si può ben dire in tutto l'Occidente, già abbiamo una popolazione distratta dalla tv, che va in biblioteca con grande timore, addirittura con panico. Pensare di realizzare dei guadagni per coprire determinate spese rivalendosi direttamente sul pubblico rappresenta lo stravolgimento dell'idea stessa di biblioteca pubblica, dove va chi non ha i mezzi per procurarsi i libri. Insomma è un vero atto di inciviltà. Senza considerare che tutti gli autori con i quali ho parlato, dai più noti ai meno conosciuti, e ai quali dovrebbero andare i proventi di questo balzello, si sono indignati per questa scappatoia. Il fatto di aver cercato di addossare la responsabilità a loro, perché anche gli scrittori vogliono la loro parte di profitto in più, è una menzogna, grande come una casa. E' un classico quello di cercare di spostare le responsabilità su altri, senza neanche avere il coraggio di prendersi le proprie. Io ho già firmato un documento in cui giudicavo indegna questa cosa, un esempio di inciviltà assoluta. Voglio ricordare a questo proposito una scritta che appariva in una casa del popolo, prima della Prima guerra mondiale, nei dintorni di Genova. Su questa targa c'era scritto: «Se un povero ti chiede l'elemosina e tu hai cinque monete le prime tre monete dagliele per mangiare ma le altre due dagliele perché si compri un libro.» E la prima cosa che fecero gli operai fu quella di mettere in piedi le biblioteche. Abbiamo fatto anche uno spettacolo su una di queste biblioteche fondate dalla classe operaia. Ora invece vogliono cancellare tutto questo. Dobbiamo fermare questo ennesimo atto di barbarie!Senza conoscenza non c'e' cultura, senza cultura non c'e' vita.

Dario Fo

Questo testo che riassume il contenuto del video è stato pubblicato sul quotidiano "Liberazione" il 15 marzo 2005

venerdì, novembre 10, 2006


Pane, Amore e...Facoltà!


O mie prode Studentesse Universitarie... ho scoperto questa sit-com sulla vita degli studenti fuori sede che fa abbastanza schiantare...ne esce una nuova puntata ogni mercoledì: Vi copio e incollo il link, per ora ci sono 12 puntate!

giovedì, novembre 09, 2006


Commercio Equo & Solidale!

lunedì, novembre 06, 2006



Sai che il giorno s'impara

ed è subito sera

salutiamoci

Sai che chi si ferma è perduto

ma si perde tutto chi non si ferma mai

Sai che è ben poca certezza

ma spesso consola

e rischiara

è profumo e candela

la bellezza

Sai che un fatto convince

più di ogni pensiero

e

allora

tocchiamoci

Sai che chi di notte non dorme

consuma più in fretta il tempo che ha

Non si smette di fumare in un giorno qualunque

anche il vuoto si apprezza

è meraviglia perversa

la bellezza

eppure ci manca

sempre

qualcosa

in fondo

ci manca

sempre

qualcosa

sai che c'è chi non si ferisce

ma s'infastidisce soltanto

così vedere una stella di giorno

come un'ombra di notte

salva dalla realtà

sei di passaggio

godi il tuo turno

anche se c'è chi disprezza

è un'amante fedele

la bellezza

eppure

ci manca

sempre

qualcosa

la vita

è

una corsa

meravigliosa

eppure

ci manca

sempre

qualcosa



Niccolò Fabi

"La Bellezza"

in

Novo Mesto

2006









Che dire...
Comincio questo blog con mille idee, tanti spunti e ancora più fantasia, poi il resto si vedrà...
Molte sono le cose che amo, tra queste le ricette, da inventare, sperimentare e propinare ai/alle malcapitati/e della situazione (nella maggior parte dei casi le benamate coinquiline, povere "cavie" ma solitamente consenzienti); la letteratura e le lingue, croce e delizia della vita da studentessa universitaria (sìììì, caro il mio Cristicchi, "triste e solitaria nella tua stanzetta umida..." e compagnia bella, però, ragazzo mio, va bene che camera mia è globalmente nota come "The Penguins", ma bello mio tutta sta tristezza fammi un piacere e tienitela tu, io propongo la rivincita di noi povere donzelle universitarie... che poi su questa canzone ci vorrò tornare prima o poi, perchè offre già parecchi spunti di degenero) e senza dubbio last but not least, anzi tutt'altro, la passione-ossessione per la musica, di ogni sorta, tipo e nazionalità, con molti pochi esclusi...

Non mi resta che cominciare!